Spinaceto

Mi sono sempre chiesta perché tendiamo a ricordare di più le situazioni e le persone negative,  perché un singolo evento è in grado di cancellare ciò che di buono si è costruito finora?

Un battito di ciglia, infiniti attimi e il tempo scorre … mi guardo indietro e tutto ciò che è stato, che ho vissuto, si riduce ad un flebile  ricordo ”. 

 

V è di fronte al pc, la tastiera è stata usata da troppe mani e molti sono gli anni di quel piccolo portatile, si spegne di continuo. Non riuscendo a scrivere ormai da giorni, perde la pazienza, grosse lacrime le scorrono sul volto, pugni chiusi e tanta rabbia che si accumula nello stomaco …

Dall’altra parte della città, in un sotterraneo, c’è qualcun altro chi si contorce, piange tenendo stretta a sé la sua copertina: è la Maschera.

L’ibrida figura viene destata dal rimbombare di passi che man mano si avvicinano al suo angolino, da lì a pochi istanti vede sbucare dal cunicolo sotterraneo uno strano personaggio, anziana ed esile figura con lunghi baffi e  barba bianca,  la  sua voce inquietante ha una strana vibrazione, stridula come potrebbe essere quella di paperino.  E’ il dottore! E’ colui che l’ha allevata e nascosta al mondo per troppo, troppo tempo …

 

In via della Garbatella numero 15, invece,  c’è qualcuno che si è alzato con un gran mal di testa, l’ispettore Bartolomeo.

Scolata l’intera bottiglia di  Johnnie Walker, si era addormentato. L’orologio segna  le 12:00, il fascio di luce che entra dalla finestra gli dà fastidio agli occhi, con una mano  stringe la bottiglia vuota, con l’altra si regge la testa, prova ad alzarsi inciampando tra le riviste e i giornali sparpagliati a terra; uscito dal labirinto di carte, si dirige in bagno a rinfrescarsi e poi in cucina per una birra ghiacciata e un’aspirina, gli avanzi della cena sono ancora lì e non possono che nausearlo solo a guardarli, prende la padella e la butta nel lavello.  Decide di mettere su un bel caffè, di quelli forti e scuri, la moka della zia Agata è nel pensile sopra la macchina del gas, la prende, mette sul fuoco il suo caffè dopo essersi scolato la birra e aver preso l’aspirina.

I ricordi sono vaghi, il bicchiere di cui s’era servito per la sbornia della sera prima è in frantumi  e per tutto il salone e la cucina ci sono i documenti del caso. Poi ricorda: “ Il blog!”.

Recupera il taccuino dove aveva appuntato le informazioni che Luca gli aveva dato, ci sono i nomi degli autori di “STORIE” (è il titolo del blog): S. V. giornalista, deceduto nel 2011, V. V. la nipote, che scrive proseguendo il lavoro del nonno.

Fra le note c’è anche l’indirizzo della donna, l’ispettore si sofferma un istante e poi decide di farle visita senza avvisare nessuno, a parte Luca.

Il tempo di una doccia e quello per radersi e il giovane Luca suona il campanello pronto per accompagnare il suo mentore al quartiere di Spinaceto. “Che nome bizzarro” pensa tra sé e sé l’ispettore Bartolomeo.

Una volta fuori, Luca si dirige verso la sua auto, una Smart – un fischio, è l’ispettore: “In quella scatola di latta ci sali tu, io no, prendiamo la mia macchina”. l’accento bizzarro dell’ispettore fa sorridere il giovane: Luca lo conosce ormai da tempo immemore eppure il suo modo di camminare, di parlare gli suscita sempre grandi sorrisi.

Una volta fuori, dirigono verso la Cristoforo Colombo, passano il laghetto dell’Eur, il “Palalottomatica” (Palazzo dello Sport ), prendono la Pontina ed escono all’uscita “Mostacciano-Spinaceto” fino ad arrivare in fondo al Viale dove abita V.

Vega Villani