Audi A3

Uno stretto raggio di luce penetra dalla feritoia davanti all’alcova della maschera: questa, carponi, s’avvicina allo strano personaggio, gli afferra i piedi   vi strofina contro il volto deforme, poi, aggrappandosi alle gambe del vecchio, si tira su emettendo strani suoni, parole deformi come lui/lei, sibili  di un serpente. 

Lo tocca, lo bacia, attira la sua attenzione come farebbe un cucciolo sottomesso a suo padre.

“Cara, mia cara creatura, ti ho nascosta e protetta dal mondo finché ho potuto, sono anziano, troppo vecchio per proteggerti ancora, non sono più il forte medico ricercatore militare che ti ha creata e allungato con te la sua vita,  non lo sono più.  Non mi guardare così, sono solo un prigioniero in un reparto psichiatrico del Celio, ostaggio dei miei stessi allievi, non sopporto più questa condizione, mi fa male , tanto male, il solo pensiero che tu possa  essere ancora vittima dei loro esperimenti…dobbiamo finirla e finirla insieme “. 

“Ma … padre … io non voglio …. “.

La maschera corre verso il suo lettino, si raggomitola fra le coperte succhiandosi il pollice, l’uomo la guarda, se ne va. Il suo volto mostra  segni che nessun altro uomo potrà mai avere, profondi solchi incorniciano gli occhi: svoltato l’angolo,  le lacrime gli corrono giù su un sentiero già segnato.

Lontani sono i tempi  quando viaggiava per il mondo alla ricerca di qualcosa che gli avrebbe cambiato la vita: medicina,  antichi rituali, tribù con cui aveva fatto conoscenza e stretto  amicizia,  studi appassionati …  ma è a Roma, anzi nel suo cuore sotterraneo della città, che aveva trovato quello che cercava, tra medicina e antichi rituali pagani.


                                                                                 ***

 

L’ispettore e Luca arrivano a Spinaceto, un grande gigante di cemento divide il quartiere tagliandolo per l’intera lunghezza. Sono case popolari suddivise per lotti, si entra prendendo Via Caduti della Resistenza e si esce per Via Caduti della Liberazione.

“ Che strano, si resiste finché si sta e ci si libera quando si esce?  – chiede Bartolomeo  al suo collega – questo mi fa pensare… e anche un po’ sorridere”, l’ispettore termina la sua riflessione con una grande risata, era un bel po’ che il buffo ispettore non si lasciava andare alle sue lunghe e coinvolgenti risate.

L’Audi  A3 si accosta di fronte all’Ufficio delle Poste, la casa di Leonardo è quasi di fronte, in quelle che ora vengono chiamate dagli abitanti del quartiere le “ex occupazioni”.  Luca, in auto, resta in attesa che il suo capo gli dia ordini. 

E’ da poco passata l’ora di pranzo, il sole invernale splende forte  nel cielo  asciugando finalmente,  dopo diversi giorni di pioggia, i numerosi parchi della zona ridotti a un pantano fangoso e scivoloso. Bartolomeo, taccuino alla mano, cerca di capire quale sia l’entrata giusta, il palazzo sembra essere  in linea con i giganti di cemento che ha visto poco prima, è una costruzione leggermente incurvata, tondeggiante, ha tre numeri civici  e cinque uscite di servizio sul parco al di là della strada: V è proprio lì, a spasso con Valentino.

 

 

Vega Villani