Peccato che non era stato possibile far collimare le nostre personalità. Avevo avuto solamente il tempo di fantasticare su quella che sarebbe stata la mia camera; quando mi trasferii, i lavori non erano conclusi e io dormivo in camera con Mia, facevo tutto solo ed esclusivamente con Mia. Rimpiango quel periodo, vorrei averlo vissuto con la consapevolezza di ora. Purtroppo in quegli anni l’immagine che avevo costruito di mio nonno non assomigliava minimamente al nonno che in realtà era.
Decisi di andare da lui solo ed esclusivamente per Mia, per le attenzioni che mi dava e perchè lei, solo lei riusciva a farmi comunicare con lui. Ma ero troppo piccola o forse troppo presa dalla mia vita per capire che non solo andavo a scompigliare un equilibrio tenuto a stento. Non diedi la possibilità a mio nonno di conoscermi, ne avevo paura, soggezione e con Mia trovavo una complice ala protettrice; però, fu proprio lei poi a farne le spese: quando io non ero in casa, lui le si avventava contro mortificandola e bandendo il legame che ci eravamo costruite a fatica.
Sedici anni e già avevo avuto diversi ragazzi, storie tormentate, passionali e avevo già convissuto. Nella mia giovane età avevo visto e stravisto cose che un essere umano adulto forse non vedrà mai nell’arco della sua esistenza: i ricordi venivano deliberatamente offuscati per tirare avanti, come nulla fosse.
Vega Villani