Psycho Killer

L’ispettore  citofona una, due, tre volte, proprio mentre sta per girare i tacchi  una voce assonnata risponde:  “Siiii ?”. E’ Leonardo.

“Sono l’ispettore Ottavio Bartolomeo, capo della squadra  investigativa del corpo di polizia di Roma,  sto cercando  V.V., l’autrice del blog “ Storie”,  devo rivolgere  alla signora alcune domande, è in casa?” .

Leonardo,  perplesso e titubante, convinto che stia ancora sognando, biascica: “E’ fuori con il cane … nel parco alle spalle del … palazzo,  qual è il problema?”. Non fa in tempo a finire che Bartolomeo si è già diretto verso il parco.

“Pronto, pronto … ispettore, è ancora lì?” continua Leonardo, ci mette un po’ a decidersi a riagganciare la cornetta.

 

Nel frattempo, nel parco V è alle prese con Valentino, il cane le saltella intorno tentando di prendere  la pallina da tennis che lei vorrebbe nascondere per insegnargli a giocare ad “acqua e fuoco”; il gioco sussiste nel nascondere un oggetto per poi farlo cercare dall’altro giocatore usando come aiuto esclusivamente le parole:  “acqua”, quando è distante dall’oggetto nascosto, “fuoco” quando  è vicino.

V è riuscita a nascondere la pallina, Valentino, eccitato dal gioco, muso a terra, segue il tono di voce della padrona che lo incita alla ricerca;  il cane è felice, adora giocare con la sua palla, ma non c’è gioia che tiene: Valentino è sempre Valentino, il grande cucciolo di quasi tre anni, schivo, sul “chi va là”, pauroso al punto da saltare al semplice cadere di una molletta in terra.  E’ proprio mentre l’ispettore scivola a terra imprecando contro tutti i santi in paradiso che Valentino…

***

 

Il sole ha asciugato quasi tutti i parchi di Spinaceto ma non quello sul retro del palazzo, all’ombra della costruzione l’ampia area di verde nasconde  in alcuni punti qualcosa di molto simile a sabbie mobili – tanto il terreno è morbido – e in altre, invece, una vera e propria pista da pattinaggio su cui l’ispettore scivola spaventando a morte il cane e la sua padrona. V prova ad afferrare Valentino, ma questo gira intorno all’uomo caduto a terra come uno squalo che sta per addentare la sua preda.

Bartolomeo riesce ad alzarsi ugualmente, d’istinto porta la mano alla fondina, poi ci ripensa. V riesce a legare Valentino, si scusa con l’uomo chiedendogli come ha fatto cadere, ma più che altro se fosse stato il suo cane a spingerlo in terra.  Lui la rassicura spiegandole d’esser prima caduto e poi di aver fatto la simpatica conoscenza di… “Valentino? – chiede  – che nome bizzarro per un cane, e se ho intuito per bene, anche la sua padrona ha un nome alquanto bizzarro o sbaglio? lei è la signora V?”

L’accento, il modo di fare di Bartolomeo mettono la donna in allarme: nel petto un sussulto, immaginava sarebbe accaduto, ma trovarsi faccia a faccia con uno dei suoi racconti – no, quello non se l’aspettava.

 

***

 

Sussulta anche la Maschera, china su una ciotola antica piena di una pasta fluorescente, l’osserva e la fa girare tra le mani recitando qualcosa che sembra una nenia, un angosciante mantra rivolto al cimelio che sta maneggiando, sussulta nuovamente, capisce: il pericolo è vicino. Con la ciotola tra le mani, rivolge quattro inchini ai quattro candelabri accesi, posa la ciotola a terra, spalma la pasta brillante su tutto il corpo.

Terminato il rituale, la maschera si prepara nuovamente a uscire. Si dirige verso il suo tavolino, prende una busta come quella che aveva usato per spedire la prima audiocassetta, vi infila dentro un nuovo nastro e la chiude con accurata, faticosa dedizione. Con l’agilità di un  ratto tra le fessure di un  vecchio muro, la maschera sgattaiola fuori dai sotterranei del “ Celio”. Stessa andatura, diversa la meta, accende il suo walkman: porta le cuffiette sulle fessure che sono al posto delle orecchie e si avvia canticchiando … “ Psycho Killer” dei Talking Heads.

 

Chi sono e cosa sono non so,

vedo, sento, improvviso

e penso …

Sangue per terrore, paura

con amore.

Lame taglienti per menti

prepotenti in questo mondo

pieno d’escrementi.