Il linguaggio dei fiori

Il pacchetto  è sulla scrivania, sul grande calendario da tavolo – quest’ultimo è di vitale importanza per l’ispettore: lì annota e scarabocchia qualsiasi cosa debba ricordare di fondamentale importanza. Il vento entra dalla finestra aperta, Bartolomeo  fatica ad aprire la porta dell’ufficio, il riscontro d’aria fa volare la pila dei rapporti che stavano in bell’ordine sul tavolo del segretario. “Ci risiamo … capo, sono sempre più convinto che lei  trovi divertente vedermi stramazzare al suolo a raccogliere i suoi rapporti!” borbotta l’anziano segretario. “  Stai fermo dove sei  Graziano, ci pensiamo noi” risponde l’ispettore, “Lucaaaa – chiama poi a gran voce  –  dov’è la mia spalla, dov’è?! dove sei? raccogli le carte al nostro Graziano”. Finalmente è nel suo ufficio, la porta è chiusa alle sue spalle: è tanta la curiosità, il magone allo stomaco gli ricorda quell’ansia che provava da ragazzo ai suoi primi appuntamenti. Posa le sue cose su una delle poltrone, fissa il pacchetto, esce sul terrazzo a dare un occhiata alle sue piante – da poco germogliate – ,  fissa il pacchetto a distanza, entra nuovamente, fissa il pacchetto; sospira, è lì fermo immobile, piantato vicino alla scrivania. E si decide. La confezione è la stessa dell’altra volta: una busta gialla standard di quelle imbottite per non far rovinare il contenuto,  forse questa è un tantino più pesante, pensa. E poi … la fragranza è diversa.  Zia Agata! Bartolomeo pensa ai racconti che la zia gli faceva su come l’antico linguaggio segreto dei fiori le fosse stato utile durante la guerra: veniva usato per lo più dalle  giovani coppie innamorate che si scrivevano segretamente. Tresche, tradimenti, dichiarazioni d’amore eterno, vendetta, messaggi di buono e cattivo augurio – tutto era disegnato in piccole cartoline ad acquerelli puntualmente spedite. In alternativa, veniva confezionata dal fioraio di fiducia una composizione floreale con il messaggio che si voleva mandare. L’ispettore riflette e… bum: l’illuminazione. E’ un messaggio, ma perché tanta segretezza se il “mittente” sta già comunicando? Penserà dopo a decifrare l’insieme delle fragranze sulla pergamena che stringe in mano. L’apre, la grafia sembra essere quella di un bambino:

E’ scolpito nel cemento

lo stampo del bigotto istruito a pagamento.

Anche lo scettro è stato pagato

di mazzette rilegato.

Si vende delle famiglie l’eroina, la salvatrice

la loro rovina!

Milioni d’occhi sanno la verità,

nessuno parla

nessuna ha pietà!